Tra i temi che animano il dibattito sulla situazione dell'auto in Italia, ricorre spesso quello di un tasso di motorizzazione particolarmente elevato, considerato il secondo al mondo dietro agli Usa e primo, davanti alla Germania, tra i maggiori Paesi europei. Da qui le discussioni sulla congestione del traffico e sull'inquinamento generati da un circolante valutato, a fine 2007, in 35,7 milioni di unità.
Che, rapportate a una popolazione italiana di poco superiore ai 59,6 milioni, indicano una densità nell'ordine delle 60 automobili ogni cento abitanti, contro le 57 della Germania, mentre Gran Bretagna e Francia sono rispettivamente a quota 51 e 50. Questo in base al numero dei veicoli censiti dall'Automobile Club d'Italia nel Pubblico registro automobilistico (Pra) la cui funzione, essenzialmente giuridica, è volta a certificare le proprietà collegate alle iscrizioni dei veicoli. Senza riscontro, tuttavia, sulla circolazione reale di vetture che possono, per esempio, giacere da anni nei depositi giudiziari oppure scomparire dopo furti avvenuti da tempo. È un problema che indusse l'Aci, nel 2005, a cancellare d'ufficio dal Pra le automobili per le quali non veniva pagata la tassa di possesso da oltre un triennio, depennando così oltre un milione di veicoli sino allora iscritti. Una pulizia non ripetuta con analogo impegno negli anni successivi, il che lascia supporre che i quasi 35,7 milioni censiti nel 2007 non corrispondano alla reale consistenza del parco.
Questione di non poco conto, se si considera che Unrae e Anfia si basano su numeri assai diversi: per l'Unione delle case estere la stima del circolante 2007 è, infatti, nell'ordine dei 33,7 milioni, mentre per l'Associazione delle marche italiane non si raggiungono i 32,4 milioni. Valori che definiscono un rapporto, per cento abitanti, di 56,5 autovetture secondo Unrae e di 54,3 per Anfia. Ne risulta un tasso di motorizzazione sempre elevato, ma non più da primato europeo.
Appare quindi opportuno poter contare su dati meglio verificati, per una giusta conoscenza della situazione automobilistica italiana. Lacuna in parte colmata dalla sintesi statistica annuale curata dall'Unrae e comprendente, per il periodo 2001-2007, le informazioni relative alle radiazioni effettuate nei vari anni, distinguendo non solo per classi di anzianità, ma anche per tipologia delle cancellazioni.
Come indica la sintetica tabella allegata, è così possibile rilevare che con gli ecoincentivi nel 2007 le rottamazioni hanno superato quota 1,5 milioni, in massima parte (84,8%) di veicoli di età ultradecennale. Di particolare interesse si presentano, poi, i dati sull'uscita dal parco di autovetture destinate all'esportazione. Un fenomeno in costante crescita, che ha registrato un'accelerazione particolarmente forte nel 2007 (+54,2% sull'annata precedente), per volumi pressoché triplicati nel quinquennio 2003-2007.
Le 634.268 unità esportate l'anno scorso sono rappresentate per il 76,8% da vetture vecchie più di dieci anni, che trovano un ampliato canale di sbocco nell'Est europeo, Russia compresa, caratterizzati da un rapido aumento della motorizzazione privata legato non solo al mercato del nuovo ma anche a quello dell'usato, specie se di basso prezzo. Il che spinge la domanda di auto importate da Paesi come l'Italia che, ormai superata quella fase iniziale, procedono al costante rinnovo del parco circolante.
di Paolo Malagodi
